Accesso all’esperienza sciamanica
“Quando sarai pronto a morire sarai grande abbastanza per vivere”
Toro seduto, assassinato il 15.12.1890.
La rinascita dell’interesse
per lo sciamanesimo, in Occidente, ha le sue radici negli anni della “Nuova era”.
Fu nel 1968 quando l’antropologo
peruviano Carlos Castaneda pubblica “Gli insegnamenti di Don Juan” , il primo
di una dozzina di libri, libro in cui inizia a raccontare le sue forti esperienze
con le piante di potere sotto la guida del nagual don Juan Matus, indio yaqui
del Messico.
Nello stesso periodo più o
meno l’antropologo statunitense Michael Harner incomincia a fare esperienze con
il popolo shuar o jivaro dell’Amazzonia dell’Ecuador e il popolo conibo dell’Amazzonia
del Perù. Harner pubblica diversi libri su questi argomenti che includevano l’uso
dell’ayahuasca, peyote e funghi che ampliavano la percezione della realtà.
Alla fine, sia Castaneda sia
Harner , scoprono l’accesso alla realtà non ordinaria o agli stati sciamanici
di coscienza, che forma parte della vita di tante tribù disseminate per l’intero
mondo, attraverso altri approcci o metodologie, senza fare più uso di sostanze
esterne.
Il viaggio sciamanico
contemporaneo viene fatto ora sotto il suono ripetitivo e ipnotico del tamburo e
dei sonagli, proposto da M. Harner, o segue altre tecniche dello sciamanesimo
tolteca, proposto da C. Castaneda.
Buona energia!
Sadhana Gayatri.